Il Segno Zodiacale del Cancro secondo Belysario
Il Cancro questo conosciuto romantico, questo sconosciuto ballerino della notte. I figli della Luna. Così gli astrologi americani chiamano i nativi del Segno. Cancro è chi dorme, chi piglia pesci notturni, chi adora il gelato, chi adora l’amore, chi ama con la fantasia, l’immaginazione e con l’ardore del corpo. Segno d’Acqua, ma molto focoso, Segno d’Acqua, ma molto bassa. Non sono gli abissi dei Pesci o le acque sotterranee dello Scorpione. Limpidi occhi di lago, oscuri occhi di fiume. Acque basse, per favore, per il Cancro! Si direbbe che il Cancro “va di traverso”, cammina di lato, scarta a destra e sfila a manca. Imprendibile. Sfuggente, vaporoso, ma non etereo. Il Cancro dona la vita e porta la vita. In grembo prima, al seno poi. Leopardi, Pirandello, Hesse. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? La sottile brezza poetica appartiene a questo Segno. I Cancro scrivono poesie? Di nascosto, alla luce della Luna. I Cancro scrivono romanzi pieni di fantasia e Tenzin Gyatso nasce il 6 luglio. E vivono di grande fantasia. E’ un viaggio diverso da quello pescino. E’ un viaggio a occhi chiusi/occhi aperti (un Eyes wide shut). La chiaroveggenza è lunare, cancerina. Girando così velocemente la Luna attorno alla Terra, essa è in grado di vedere in anticipo cosa succede a tutti gli altri pianeti. E passa e ripassa e allora il Cancro memorizza tutto, divora con la memoria il mondo. E’ un elefante. Non è vendicativo. E’ un quadro notturno di un lago notturno. Non è nemmeno la notte buia dello Scorpione; è una notte pallidamente illuminata da una luna sfocata. L’uomo Cancro è imprevedibile, la donna Cancro non la si può prevedere. Come la Luna, i Cancro non mostrano mai il floydiano dark side. Esiste sempre una zona d’ombra, un’isola che non c’è dove essi si rifugiano e sognano. Il punto più profondo di un lago non sarà mai profondo quanto l’oceano. Eppure il lago incute timore. Immobile, ma sempre pur pieno di vita, di misteriosi Nessie, di antiche rovine sommerse. Il lago è più memoria del mare o meglio è memoria più circoscritta. Il Cancro ama le sue Riza. Adora il guscio. Crea lui stesso, uomo o donna che sia, il proprio guscio da condividere, come da sempre dico, “con il proprio amore e un buon gelato nel frigorifero”. Una notte ho amato un Cancro che non gustava la notte e un’altra notte ho amato un Cancro che si immergeva totalmente nella notte. Entrambi comunque portavano la corazza del granchio.